Ti sei mai chiesto “qual è il mio perché”?
Cioè qual è la motivazione per cui fai quello che fai?
Questa è una domanda che dovrebbero farsi tutti, per far capire agli altri cosa fanno e per chiedere a se stessi se la strada presa è quella giusta.
Qual è il mio perché?
Quando ero piccolo e vedevo mia cugina giocare con le Barbie mi veniva un po’ di rabbia: lei scambiava i vestiti e gli accessori, e io fremevo perché nella mia testa ogni Barbie era unica e doveva avere i suoi vestiti, senza condividerli, perché erano quelli che stavano bene soltanto a lei.
Così quando usciva gliele prendevo e rimettevo le cose a posto, e già che c’ero le pettinavo, anche lì ognuna con un look diverso.
Le trasformavo secondo come immaginavo che potessero essere: quella più romantica, quella sportiva, quella sempre elegante, o quella che si vestiva alla moda.
Trasformavo le Barbie in creature uniche e bellissime. Perché odiavo l’idea che fossero tutte uguali. Così creavo l’acconciatura e il look giusto per ogni bambola, inventando la sua storia.
Non è difficile immaginare cos’è successo negli anni successivi.
Complice anche il fatto che mia mamma era titolare di un salone di parrucchiera ed estetica: avrò preso da lei la mia passione per la bellezza, la moda, il fashion.
Mi piaceva stare lì, guardare le dipendenti che “creavano” donne bellissime, come facevo io con le Barbie.
Ho cominciato così a tenere in mano pettine e forcine, sul serio.
Ho affiancato mia mamma per qualche tempo, imparando il mestiere, poi ho iniziato a muovere i miei passi da solo nel mondo del wedding, specializzandomi nell’acconciatura per la sposa, e in seguito inventando la figura del Consulente d’Immagine.
Sì, perché nel tempo mi sono reso conto che l’acconciatura non bastava, se poi non era coordinata al make up, ma anche all’abito, agli accessori, allo stile del matrimonio.
Percepivo che le spose avevano necessità di avere un servizio diverso il giorno del matrimonio.
Vedevo i vari collaboratori e partner del matrimonio: ognuno dava il meglio, ma non era allineato a quello che facevano gli altri.
Ma soprattutto non era allineato alle necessità della sposa in quel momento: era una sorta di improvvisazione di gruppo e in cui i fornitori che lavoravano insieme non avevano un metodo non avevano un allineamento completo, non avevano una visione globale del servizio giusto per la sposa.
Invece io volevo aiutare la sposa a soddisfare le sue esigenze e le sue richieste, ad ottenere l’immagine che desiderava.
Ho iniziato a sperimentare questo passaggio: avevo la consapevolezza che alla sposa serviva un riferimento, una guida, senza ancora avere idea di cosa volesse dire fare da guida alla sposa, né lavorare in team.
Quello che avevo visto fino a quel momento era un puzzle di fornitori che andava ad unirsi occasionalmente per quel giorno e questo purtroppo creava malumori, disattenzione, ansia, soprattutto alla sposa.
Sappiamo quanto la sposa abbia il desiderio di sentirsi se stessa, il desiderio di stupire i suoi ospiti, il desiderio di fare un ingresso da star.
Tutto questo non poteva avvenire se prima non veniva creato un clima che favorisse la sua serenità.
Con tenacia ho inseguito questa visione, continuando a ripetermi “io arriverò a dare la serenità a queste ragazze, arriverò ad essere veramente una guida per loro”.
Procedendo per tentativi, commettendo anche errori, alla fine ho iniziato un progetto, l’elaborazione di un qualcosa che mi ha fatto pensare di aver preso la strada giusta per aiutare le spose.
Mi sono fermato ad osservare. Osservavo quello che c’era fuori, quello che facevano i competitor, quello che facevamo noi, e soprattutto le esigenze delle spose.
E lì ho capito. Che parte tutto dall’ascolto di quello che desidera la sposa, di quello di cui ha bisogno.
Soltanto così, e partendo con il conoscerla e poi con la sua analisi, si può creare un progetto di consulenza per farle ottenere quell’immagine che tanto desidera.
Lì ho capito anche che dovevo mettere il mio estro e la mia creatività per lasciare spazio alla sposa e al desiderio della sposa: quando questo concetto è diventato il principale protagonista del mio percorso ho capito che stavo prendendo la giusta strada.
Questa consapevolezza mi ha portato a creare un vero e proprio un Metodo di lavoro che consente alla sposa di avere all’interno di un’unica realtà, quindi di un unico fornitore, tutti quei professionisti specializzati in un piccolo tassello dell’immagine.
Tanti tasselli che dovevano parlare lo stesso linguaggio, che dovevano dare un’immagine coordinata della sposa dalla testa fino ai piedi.
Da lì sono entrati i primi acconciatori, i primi make-up artist, le visagiste, le estetiste, gli insegnanti di portamento, i coloristi, gli specialisti di tricologia.
Da lì è nato il nostro Team, che ha l’obiettivo di aiutare le spose a vivere un’esperienza che le porta al giorno del loro giorno matrimonio nel miglior modo possibile.
L’ingrediente magico in tutto questo, il mio perché, non è la mia passione per il lavoro: è stato proprio il vedere la difficoltà che incontravano le spose e avere la fortuna di avere una visione una prospettiva più ampia.
Questa visione ci ha portato ad essere quello che siamo oggi, un Team di professionisti, che crea l’immagine della sposa: make-up artist, lookmaker, hair stylist, che ascoltano le le necessità di ogni sposa e progettano il suo look personalizzato e unico, in modo che possa trasmettere la migliore immagine di sé, continuando a sentirsi se stessa e bellissima.
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